Lunedì 30 ottobre, nella chiesa di San Paolo Apostolo a Crotone, Mons. Angelo Raffaele Panzetta ha presieduto l’Eucaristia alla presenza del Presbiterio diocesano e di una folta rappresentanza della comunità diocesana, prima di lasciare definitivamente l’arcidiocesi di Crotone - Santa Severina, che ha guidato dal 2020 al 2024, per recarsi a Lecce, dove il Santo Padre lo invia come arcivescovo coadiutore.
Un messaggio di ringraziamento a nome di tutta la comunità a monsignor Panzetta è stato offerto da don Raffaele Leto, finora Vicario generale, nel suo indirizzo di saluto all'inizio della celebrazione. Don Leto ha delineato le principali tappe del ministero pastorale del vescovo Angelo, a partire dall’attuale circostanze, che vede la comunità riunita attorno per la celebrazione eucaristica, “il punto fermo nel nostro cammino”, cuore della vita cristiana, gesto capace di illuminare i passaggi decisivi del nostro cammino comunitario, perché “alla sua luce vediamo la luce”. La celebrazione ci ricorda che Cristo è il vero Pastore, colui che dà senso e direzione alla storia umana.
Nel ricordare il servizio pastorale del Vescovo, Don Leto ha descritto la sua capacità di trasmettere entusiasmo e determinazione fin dal primo giorno del suo ingresso in Diocesi. “Sin dalla prima omelia si percepiva la passione del Pastore”, ha detto, evidenziando come il Vescovo Panzetta abbia sempre mostrato il desiderio di costruire una Chiesa più aderente al Vangelo e più missionaria.
“Intendo essere un vescovo vicino a Dio, vicino alla gente, realmente e lealmente disponibile, con uno sguardo di predilezione per gli ultimi”.
Così affermava monsignor Panzetta il giorno del suo arrivo a Crotone. Un impegno che, secondo Don Raffale Leto, è stato mantenuto, nonostante le molte difficoltà incontrate nel corso del ministero episcopale.
Durante il difficile periodo del Covid, che ha caratterizzato i primi difficili mesi del suo episcopato, il Vescovo Angelo ha dimostrato una vicinanza concreta a tutti i fedeli, cercando di raggiungerli con ogni strumento possibile, per continuare ad annunciare a tutti il Vangelo e dare segni concreti di vicinanza.
Negli anni successivi il Vescovo uscente ha lavorato con determinazione, anche nell’ambito amministrativo, per garantire fondi destinati alla ristrutturazione della Cattedrale di Crotone, questione urgente e improrogabile. Ma il suo impegno decisivo è stato in favore dell’annuncio del Vangelo, portato avanti con una continua presenza nelle comunità parrocchiali della diocesi, anche attraverso la visita pastorale, per accompagnarle nel cammino di fede.
L’intervento di Don Leto ha toccato anche il tema delicato del trasferimento del Vescovo alla Diocesi di Lecce, sollevando la domanda che ha attraversato i cuori di tanti: “Che cosa è successo?”, perché questo inaspettato trasferimento? Molti, stupiti dalla velocità dei recenti eventi, hanno formulato le più svariate ipotesi. In realtà, ha affermato don Leto,
Una cosa che si può dire con verità è che questa partenza l’abbiamo già decisa noi il giorno della nostra Ordinazione, quando promettendo filiale obbedienza al Vescovo e ai suoi successori, abbiamo espresso, attraverso la nostra libera adesione, il desiderio di permettere al Signore di realizzare il suo disegno di salvezza nella storia.
Il discorso di saluto di don Raffaele Leto si è concluso con un sentito ringraziamento al Vescovo per il bene seminato nel corso del suo breve ma intenso ministero. Citando Papa Francesco, ha ringraziato il Vescovo per essere stato un pastore “che sa stare in mezzo al popolo”, riconoscendone la dedizione nel servire con umiltà e sincerità, e la capacità di esortare a vivere una “fede adulta, operosa e liberante”, capace di essere una risposta concreta ai bisogni del territorio.
Segno semplice ma ricco di significato, che ha concluso l’intervento di Don Leto, è stato il dono a monsignor Panzetta di un anello episcopale, quasi pegno di una sponsalità ministeriale che perdurerà anche dopo la sua partenza per Lecce.
Monsignor Panzetta ha aperto sua omelia con una condivisione intima: “Nei momenti cruciali della mia esistenza, ho sempre avuto una parola-guida, quasi fosse un navigatore che mi illuminava il cammino”. Il racconto del suo recente pellegrinaggio a Lourdes, durante il quale ha riscoperto il libretto della sua consacrazione sacerdotale, è stato il preludio di una riflessione sul discorso di Paolo agli anziani di Efeso, proclamato anche durante questa celebrazione. “Quella parola mi tornava continuamente in mente, parlando al mio presente”, ha confidato l’arcivescovo, collegando il testo biblico al passaggio cruciale della sua vita e della comunità.
Rileggendo gli anni trascorsi a Crotone, Mons. Panzetta ha voluto esprimere l’umile consapevolezza del servizio reso:
“Posso dire anch’io di aver servito il Signore in questi anni, servendo questa Chiesa. Ho servito Gesù, perché questa Chiesa è il corpo di Cristo”.
Ogni azione intrapresa durante il suo episcopato, ha affermato, è stata orientata dalla volontà di vivere una dedizione totale a Gesù e alla comunità, sempre riconoscendo il primato della grazia divina: “Il poco di bene che sono riuscito a seminare l’ho fatto come strumento vivo nelle mani di Gesù”.
Monsignor Panzetta ha proposto una rilettura del discorso di Paolo agli anziani di Efeso come messaggio rivolto a tutti coloro che svolgono ruoli educativi e di responsabilità nella comunità cristiana, ma anche nella vita quotidiana. I presbiteri e gli educatori sono esortati da Paolo a vigilare su sé stessi e a non cadere nella tentazione di portare le persone dietro di sé, ma sempre verso Gesù Cristo. “La comunità non è proprietà personale di nessuno”, ha ricordato il Vescovo, richiamando il pericolo di legare i fedeli a sé stessi anziché al Signore.
È seguito un invito all’autenticità cristiana, in un’epoca segnata da individualismo: “Oggi viviamo nella cultura dell’individuo, non del dono”. Monsignor Panzetta ha richiamato la comunità diocesana e tutti coloro che esprimono un servizio educativo sul territorio, a riscoprire la gioia del donarsi agli altri, la passione per il bene comune, perché, come ha ricordato citando la Parola, “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”.
Non è mancato un accenno, breve ma intenso, alle sofferenze e calunnie subite durante il suo ministero, soprattutto nelle ultime settimane. Il Vescovo ha raccontato di voler portare con sé soltanto il bene vissuto negli anni crotonesi, non il male che sente di aver ingiustamente subito.
“Non mi porterò via la miseria di chi è cresciuto annegando nel benessere e godendo nel far male agli altri. Non mi porterò via il nanismo politico di chi ha provato a farsi la campagna elettorale sulle mie spalle”,
ha dichiarato con franchezza, mentre tutti i presenti mostravano la loro approvazione con un caloroso applauso. Allo stesso tempo, il Vescovo ha espresso profonda gratitudine per le testimonianze di fede che ha ricevuto dai fedeli della nostra chiesa, definendole “incancellabili”.
“Me ne vado più ricco di prima, spiritualmente ricco della testimonianza meravigliosa che ho ricevuto da voi”,
ha detto con emozione, evidenziando il legame forte e sincero con la comunità.
Mons. Panzetta ha chiuso l’omelia con un forte appello alla comunità di liberarsi dalle divisioni e dalle dinamiche negative che impediscono il suo pieno sviluppo: “Ci sono quattro o cinque diavoli che impediscono a questa comunità di spiccare il volo”. Un deciso invito a prendere le distanze da certi comportamenti distruttivi, ma anche un messaggio di speranza per un futuro di crescita e rinnovamento.
Alla fine della celebrazione il Sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, ha rivolto un caloroso ringraziamento al Vescovo Angelo, ringraziandolo per la concreta e significativa collaborazione, nel reciproco rispetto istituzionale, che ha caratterizzato la sua presenza a Crotone.
Monsignor Serafino Parisi, Vescovo di Lamezia Terme, che ha concelebrato l'Eucaristia, ha ricordato con commozione il giorno della sua consacrazione episcopale, presieduta proprio dal Vescovo Angelo. Portando il saluto di tutti i Vescovi calabresi, ha ricordato l'impegno di monsignor Panzetta per il processo di rinnovamento dell'Istituto Teologico Calabro.