Un appello sulla vertenza delle Marinerie di Crotone e Le Castella


La comunità diocesana intende esprimere piena solidarietà e sostegno alla vertenza che ha portato da martedì 29 giugno le Marinerie di Crotone e di Le Castella a proclamare lo stato di agitazione permanente con un sit-in di protesta sul molo Giunti del porto di Crotone.


Ci sta a cuore la sorte di un comparto che conta più di 300 unità lavorative, con un indotto che arriva a comprendere circa mille unità

Quello che i lavoratori denunciano è il mancato versamento delle royalties dal 2014 ad oggi, come definito dal D.L. 625 del 25/11/1996 negli art. 20 e 22, per cui rivendicano la possibilità di ridefinire le regole della distribuzione delle royalties per le annualità future.

Condividiamo pienamente e facciamo nostro quanto scritto in queste ore alla Regione Calabria dai Sindaci dei comuni di Crotone, Cirò Marina, Isola Capo Rizzuto, Strongoli, Cirò, Cutro, Crucoli e Melissa sulla necessità di convocare un tavolo tecnico in Regione per rivedere l'accordo quadro del 2017, che di fatto ha escluso i pescatori dai benefici delle royalties, e sulla possibilità di stipulare un nuovo accordo quadro nel 2022 che comprenda anche gli anni 2020-2021.


Riteniamo che su questo fronte debbano essere fatti tutti gli sforzi politici necessari perché queste richieste dei pescatori siano soddisfatte in quanto legittimate anche dalla risposta n. 9622 del 6 dicembre 2018 del Ministero del Lavoro al quesito posto dalla prefettura di Crotone, nella quale si ribadisce che il versamento delle royalties ai pescatori non è un “aiuto di stato” ma un risarcimento giusto e dovuto a questo comparto che, a causa dall’attività estrattiva svolta nei mari di Crotone dalle piattaforme Eni spa, ha subito un restringimento significativo del bacino di mare in cui pescare.

 

Siamo convinti, però, che tali giuste richieste troveranno ascolto presso la Regione solo se i Sindaci dei comuni costieri della provincia di Crotone sapranno adoperarsi in queste ore con coraggio e senza alcuna visione di parte ad elaborare una strategia comune in difesa dei diritti che la legge riconosce a questi lavoratori.


Riteniamo altresì importante invitare Eni spa ad un confronto diretto con le associazioni dei pescatori e con le rappresentanze sindacali, per ridefinire, in maniera chiara e trasparente, la natura risarcitoria delle royalties che non dovranno essere legate né ai fondi destinati ai Comuni, né proporzionate alla quantità di idrocarburi estratta. 


Nel lanciare questo appello riteniamo di non fare torto a nessuno, piuttosto di rispondere alle reali esigenze del nostro territorio che versa in una “crisi di speranza” amplificata dall’attuale pandemia, consapevoli che “se non riusciamo a recuperare la passione condivisa per una comunità di appartenenza e di solidarietà, alla quale destinare tempo, impegno e beni… Il ‘si salvi chi può’ si tradurrà rapidamente nel ‘tutti contro tutti’, e questo sarà peggio di una pandemia” (Fratelli tutti, 36).