Il mio Natale laico di Pietrino Fabiano


In uno di quei sogni dell'anima, che assomigliano più alla memoria che al riposo, mi ritrovo sulla riva di un lago sospeso tra questo mondo e l'altro. Un luogo dove la vita e la morte si sfiorano senza toccarsi, dove il tempo rallenta e ogni cosa appare per ciò che davvero è. Allungo lo sguardo verso l'orizzonte e, per la prima volta, rivedo un Natale che forse ho sempre custodito dentro di me. Non so se, in futuro, avrò la stessa lucidità nel ricordarlo; per questo sento il bisogno di lasciarne traccia per i miei cari: parole che siano come un abbraccio, forse l'ultimo, ma vero e intenso.

Cari miei,

per tanti anni ho atteso il Natale con la leggerezza dei giorni pieni di vita. Aspettavo le luci alle finestre, il profumo dei dolci, i regali da scartare, una partita a carte, la gioia semplice di una famiglia riunita. Ero felice delie piccole cose, che sembravano scontate. Forse lo erano davvero. La normalità è un miracolo che comprendiamo sempre troppo tardi. Oggi i miei passi sono più lenti, e quando il corpo rallenta, il cuore impara a vedere più nitidamente. Non temo il domani. Mi dispiace solo per ciò che avrei potuto donare e non ho donato, per ciò che avrei potuto fare e non ho fatto. Il tempo insegna questo: non a temere la fine, ma a riconoscere il valore di ogni gesto che nasce dal cuore.

Alla fine del lago, ora vedo chiaramente la dignità e la sofferenza di chi mi cammina accanto. Riconosco la bellezza dei gesti piccoli e spesso trascurati: uno sguardo che finalmente vede, una carezza data a chi è solo, un pasto caldo condiviso, un abbraccio sincero che non chiede nulla. Voi che siete ancora giovani avete un dono prezioso: potete essere buoni adesso, nel quotidiano, nelle vostre case, nelle vostre relazioni. Vorrei che questo Natale illuminasse non solo la stella del vostro presepe, ma soprattutto i vostri cuori. Per chi crede, è la luce di una nascita che ha cambiato il mondo; per tutti, è un invito a rinascere nella cura reciproca. Che sappiate accendere luce dove manca, calore dove c'è freddo, parole gentili dove la vita ha graffiato, e continua a graffiare.

Non servono miracoli lontani: basta un gesto di rispetto verso chi è diverso, una mano che solleva chi è caduto, un seme di speranza affidato alla terra del mondo.

Senza incenso.

Solo con l'amore.

Solo con la presenza.

Solo con la cura.

E se un giorno non sarò più qui a condividere con voi questi momenti, ricordate questo: vivere con dignità, con gentilezza, con coraggio. Rialzarsi sempre, anche quando la vita pesa, come chi porta la propria piccola croce e sceglie comunque di andare avanti. Possa ognuno di voi superare le incomprensioni e trovare nella propria famiglia calore e gioia condivisa.