Apertura dell'anno giubilare nella nostra diocesi


Nel pomeriggio di domenica 29 dicembre, nella chiesa parrocchiale Maria Madre della Chiesa di Crotone, monsignor Claudio Maniago, amministratore apostolico, ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica che ha segnato l’inizio dell’Anno Giubilare. L’evento, ricco di partecipazione, è stato inaugurato con un significativo momento all’esterno della chiesa: la lettura della bolla papale per il Giubileo, un gesto che ha introdotto i fedeli nella profondità e nel significato di questo speciale tempo di grazia.

Un invito alla speranza

Nella sua omelia, monsignor Maniago ha sottolineato l’importanza del momento, definendolo una «grande opportunità per crescere nella fede». Rivolgendosi ai numerosi fedeli e alle autorità civili e militari presenti, il vescovo ha evidenziato come la comunità cristiana non sia soltanto una presenza all’interno delle mura della Chiesa, ma un testimone attivo di speranza nella vita quotidiana. «Essere cristiani non vuol dire solo salvarsi l’anima, ma testimoniare una vita nuova, un mondo nuovo», ha affermato monsignor Maniago. Ha poi invitato i presenti a rispondere all’appello del Papa per vivere questo Anno Santo come «pellegrini di speranza», pronti a passare la «porta Santa», simbolo del passaggio verso una rinnovata relazione con Dio e con gli altri.

Il significato del Giubileo

Riprendendo le parole di papa Francesco, monsignor Maniago ha ricordato che il Giubileo è un tempo di rinnovamento spirituale e di trasformazione del mondo. Ha citato l’invito del Santo Padre a vivere questo anno come un’occasione per «entrare nel mistero della grazia» e riscoprire il senso della propria esistenza. La porta è spalancata. Non è necessario bussare, ma è richiesto il coraggio di oltrepassarla, lasciando alle spalle divisioni e rancori, per accogliere il perdono e la riconciliazione.

Il cammino dei pellegrini di speranza

Monsignor Maniago ha esortato poi i fedeli a vivere questo tempo con lo «stupore dei pastori di Betlemme», capaci di andare senza indugio incontro al Signore. Ha poi delineato i passi concreti che la diocesi intraprenderà per rendere fruttuoso questo Anno Giubilare, tra cui: - Pellegrinaggi verso le chiese giubilari, per riscoprire il valore della preghiera, del silenzio e dell’essenzialità. - Attenzione ai poveri e agli emarginati, con gesti concreti di solidarietà e vicinanza. - Cura per i giovani e gli anziani, due categorie spesso dimenticate ma centrali nella vita della comunità. - Promozione della riconciliazione e del perdono, per sanare ferite personali e comunitarie.

Un tempo di conversione e misericordia «La speranza cristiana non è un lieto fine passivo, ma una promessa da accogliere qui e ora», ha ribadito il vescovo. Ha poi ricordato l’importanza della conversione personale e comunitaria, invitando tutti a vivere l’esperienza del perdono sacramentale e dell’indulgenza giubilare. «Il perdono non cambia il passato, ma trasforma il futuro, aprendo il cuore alla pace e alla riconciliazione», ha detto monsignor Maniago.

Una chiamata alla speranza

L’omelia si è conclusa con un appello a lasciarsi attrarre dalla speranza e a trasmetterla agli altri, rendendola contagiosa. Monsignor Maniago ha affidato il cammino giubilare alla Santa Famiglia, chiedendo che questo tempo di grazia porti frutti abbondanti nella diocesi di Crotone-Santa Severina. Con papa Francesco che ci guida in questo affascinante cammino, guardiamo al futuro con entusiasmo e fiducia, per vivere una speranza che non delude mai.