Torriani alle Famiglie della Diocesi: “La soglia della propria casa come una Porta Santa”. A Roma con L’Arcivescovo


A cura di Adriana Arena (Consulente familiare e componente dell'equipe diocesana di pastorale familiare)

Dal 30 maggio al 2 giugno, in occasione del Giubileo delle Famiglie di Roma, l’Ufficio diocesano della famiglia, guidato dal direttore don Antonio Macrì e dalla coppia di responsabili laici Serafina Mangone e Pietro Paolo Brasacchio, ha organizzato, grazie a un gemellaggio con la diocesi di Frosinone Veroli Ferentino guidata da monsignor Ambrogio Spreafico, un pellegrinaggio al quale hanno partecipato con gioia ed entusiasmo 53 persone provenienti dal territorio della diocesi. Famiglie con bambini, coppie, adolescenti, persone con disabilità in carrozzina, hanno partecipato a un programma giubilare di intensa spiritualità e comunione.

Ad accogliere le famiglie a Roma, l’arcivescovo di Crotone – Santa Severina Alberto Torriani, che ha accompagnato i pellegrini nelle varie tappe previste dal nutrito programma. Dopo il passaggio della Porta Santa a San Giovanni in Laterano e il sacramento della Riconciliazione, le famiglie hanno partecipato alla celebrazione giubilare all’interno della cappella del Pontificio Seminario Romano Maggiore, officiata dallo stesso monsignor Torriani.

Nella sua omelia, il vescovo ha evidenziato il significato della parola Giubileo, dall’ebraico Jobel, ossia lo strumento utilizzato per radunare nei momenti di festa. Le sue parole hanno richiamato il cammino di Maria verso la casa di Elisabetta, contestualizzandolo con il cammino di ognuno e in particolare delle famiglie, costellato da fatica e da ripide salite, ma anche da momenti di intensa gioia per il ritrovarsi, evidenziando come l’amore coniugale e familiare costituisca una risorsa per l’intera società e invitando ognuno a considerare la soglia della propria casa come una Porta Santa, soglia aperta all’accoglienza, dove ritrovare conforto e gioia.

Nel pomeriggio il programma ha previsto il passaggio della Porta Santa della basilica di Santa Maria Maggiore, dove i pellegrini si sono soffermati per un momento di preghiera presso la tomba di papa Francesco. La sera, nella grande piazza di San Giovanni in Laterano, si è tenuta la festa delle famiglie, presentata dal volto noto della Rai Lorena Bianchetti. Insieme alle famiglie, ai bambini e ai nonni provenienti da tutti i Paesi del mondo, erano presenti le famiglie della diocesi di Crotone. L’evento ha previsto testimonianze significative da parte di coppie che, grazie al supporto di associazioni di ispirazione cristiana, sono riuscite a superare momenti di intensa crisi; non sono mancati i momenti di musica e di preghiera.

La giornata di domenica è iniziata all’alba con la partenza in direzione basilica di San Pietro per la partecipazione alla Messa giubilare celebrata dal Papa Leone XIV. Anche qui le famiglie della diocesi di Crotone si sono trovate nella splendida piazza San Pietro gremita da famiglie provenienti da ogni parte del mondo. Nel pomeriggio, dopo il passaggio alla Porta Santa della basilica di San Pietro, il rientro ad Anagni presso il Seminario Leoniano, dove i pellegrini hanno alloggiato per le tre notti di sosta. La serata è stata allietata dalla felice coincidenza della festa patronale di Ferentino, città della Ciociaria vicino ad Anagni. Qui le famiglie della diocesi locale hanno riservato una calorosa e affettuosa accoglienza alle famiglie crotonesi, organizzando una cena conviviale con ogni ben di Dio. Le famiglie crotonesi hanno ricambiato offrendo una degustazione di prodotti tipici calabresi portati per l’occasione.

Il 2 giugno, nella mattinata, le famiglie hanno vissuto un momento culturale partecipando a una visita guidata alla città di Anagni, nota per aver dato i natali a ben quattro pontefici, oltre che per essere stata a lungo residenza papale. La visita alla Cattedrale, al museo e alla splendida cripta affrescata del 1200 si è svolta sotto gli sguardi ammirati degli ospiti. Il pranzo si è tenuto presso il ristorante gestito dalla cooperativa sociale Fattoria Albergo ia, ia, oh di Fiuggi, il cui personale è costituito da ragazzi diversamente abili. Le famiglie di Crotone sono state accolte da sorrisi e strette di mano calorose da parte dei ragazzi, che hanno preparato il pranzo curando ogni aspetto dell’ospitalità, in particolare l’accoglienza, con una semplicità e un affetto sorprendenti.

Il rientro a Crotone in pullman è avvenuto in un clima di intensa emozione per l’esperienza spirituale e umana vissuta. Molti dei partecipanti hanno voluto condividere le loro personali riflessioni, alcune molto toccanti. La preparazione costante rivolta ai partecipanti, da parte della guida spirituale di don Antonio Macrì durante le varie tappe del programma, ha favorito l’apertura del cuore di ogni singolo pellegrino alla particolarità del momento che ci si apprestava a vivere. Tutti hanno evidenziato con stupore la bellezza e la straordinarietà di un incontro con il vescovo, vivendo insieme allo stesso momenti significativi del Giubileo e apprezzandone la cordialità e la semplicità, oltre che la profondità spirituale.

Ognuno ha vissuto il Giubileo portando nel pellegrinaggio le proprie fatiche quotidiane, le perdite, i fallimenti, le esperienze familiari e personali dolorose, non con rassegnazione, ma nel segno della speranza, «Spes non confundit» la speranza non delude. Vivendo il passaggio alle Porte Sante non come formalità per ottenere l’indulgenza plenaria, ma come momento di raccoglimento e di conversione interiore, volgendo lo sguardo con maggiore fiducia al proprio futuro, con la consapevolezza di far parte di un disegno più grande della nostra umanità terrena. Facendo proprie le parole di monsignor Alberto Torriani in conclusione alla sua omelia:

«Il Giubileo non è un evento, ma una sosta del cuore, una ricarica per il cammino, una carezza di Dio che dice: vai avanti, non sei solo. Camminate ancora, cantate ancora. Tornate a casa, ma con occhi nuovi. E raccontate al mondo che la speranza è di casa, quando l’amore abita tra le nostre mura, e ogni porta si fa soglia di Dio».