Domenica 30 marzo 2025 la Chiesa di Crotone - Santa Severina ha accolto con grande partecipazione il suo nuovo vescovo, mons Alberto Torriani.
Un pomeriggio intenso e ricco di significati ha scandito l'inizio del ministero episcopale del nuovo vescovo tra il saluto alle autorità e la celebrazione eucaristica al PalaMilone.
Il Capitolo Cattedrale, come prevede in questi casi la consuetudine, ha accolto l'arcivescovo nella chiesa dell'Immacolata, che in questo periodo sostituisce la Cattedrale, chiusa per restauri. Il bacio del Crocifisso, la preghiera, l'abbraccio fraterno con i Canonici della Cattedrale. Un segno semplice e ricco.
Monsignor Torriani, rivolgendosi ai rappresentanti della società civile e alle più alte cariche territoriali delle forze dell'ordine, ha subito sottolineato l'importanza della sinergia tra Chiesa e istituzioni per costruire una società giusta e solidale.
Il bene comune è il nome più alto dell'amore, la carità più nobile per un cristiano - ha detto. La legalità non è una parola fredda ma il respiro di una società giusta dove nessuno è lasciato indietro.
Richiamando la figura storica di Pitagora, fondatore a Crotone della sua scuola, il Vescovo ha invitato tutti a costruire trame di relazioni giuste perché
la vita, come la musica e la matematica, è fatta di armonia e ordine.
Alle 17:00 la celebrazione eucaristica al PalaMilone ha segnato ufficialmente l'inizio del ministero episcopale. Come in altre occasioni della vita ecclesiale del territorio, PalaMilone è stato trasformato in un luogo celebrativo, dignitoso e accogliente. Circa 1500 persone hanno preso parte alla celebrazione, curata nei dettagli da tanti volontari e gestita con professionalità dalle forze dell'ordine e dalle associazioni del territorio. Nei giorni scorsi è stata preziosa l'opera svolta dalle maestranze del Comune per rendere accogliente il palazzetto dello sport.
Questa celebrazione, però, si è svolta in un momento storico particolare: per la prima volta le porta del PalaMilone si riaprono alla cittadinanza dopo il tragico naufragio di Steccato di Cutro, quando nel febbraio del 2023 il parquet del PalaMilone divenne la camera ardente per decine di bare. Dopo quei giorni indelebili nella memoria dei crotonesi, la celebrazione di oggi è stata un segno di speranza e una chiamata alla responsabilità.
Monsignor Maniago, che ha retto la diocesi fino all’arrivo del nuovo vescovo, ha consegnato a monsignor Torriani il bastone pastorale, che simboleggia il compito di cura e guida che caratterizzano il mistero del vescovo.
Ha concelebrato con monsignor Torriani anche l’arcivescovo metropolita di Reggio Calabria - Bova, monsignor Fortunato Morrone, monsignor Michele Di Tolve, vescovo ausiliare di Roma, monsignor Angelo Panzetta, predecessore di Torriani alla sede crotonese e ora arcivescovo coadiutore di Lecce, e vari vescovi delle diocesi calabresi.
Nella sua omelia inaugurale monsignor Torriani ha proposto una riflessione a partire dal Vangelo del "Figliol Prodigo", che si proclama in questa quarta domenica di Quaresima, declinata attraverso cinque verbi guida: vedere, compatire, accogliere, rialzare, camminare, nel contesto dell'atteggiamento di attesa operosa che ha caratterizzato questo tempo ecclesiale.
Attendiamo il Regno, ma non stando fermi. L'attesa vera è operosa, ha fiducia, fa crescere. Ha ringraziato pubblicamente monsignor Claudio Maniago amministratore apostolico della diocesi negli ultimi mesi per aver accompagnato questo tempo di transizione con passione e dedizione.
Il verbo vedere stato associato allo sguardo profondo capace di riconoscere il bene anche nelle situazioni difficili.
Come Chiesa abbiamo bisogno di uno sguardo che sa leggere i segni dei tempi e riconoscere le risorse della nostra terra.
Il verbo compatire è stato collegato alla tragedia di Steccato di Cutro.
Partire da qui significa partire anche dai cuori che sono stati feriti.
Infine, accogliere:
Vorrei che la nostra Chiesa fosse così capace di accogliere, di far sentire ogni persona amata senza giudizi, da conquistare
Il Vescovo ha invitato tutti a rialzare chi è caduto, a restituire dignità alle persone ferite e a camminare insieme come un corpo vivo.
La fraternità non si improvvisa, nasce dall'ascolto, dal perdono, dalla stima reciproca.
In riferimento alla Cattedrale chiusa per restauro ha portato con sé simbolicamente un mattone, come segno del desiderio di costruire insieme non solo un edificio ma una Chiesa viva.
Le pietre più preziose sono le persone le relazioni, la fiducia reciproca.
A conclusione della celebrazione il Vescovo ha rivolto un sentito grazie a tutti: autorità, volontari, liturgisti, sacerdoti, religiosi, amici. Un momento di forte comunione e riconoscenza.
iIl suo regalo ai presenti, come lui stesso ha voluto definirlo, è stato una poesia di Mariangela Gualtieri, un dono capace di rendere il senso profondo di questi giorni vissuti nella nostra diocesi:
C'è nel mattino - sarà
per quella luce - una sottile ebbrezza
sarà per la bellezza
degli inizi - quella promessa
che sempre si nasconde
quando s'avvia un nuovo
qualche cosa.
Sarà il bello
di cominciare
con tutta l'energia rappresa
ancora intatta in gocce
tutta sospesa sopra il fare nostro.