TERZA CATECHESI IN PREPARAZIONE AL CONVEGNO MONDIALE DELLE FAMIGLIE


FAMIGLIA, LUOGO DI PERDONO

Non esiste una famiglia perfetta. Non abbiamo genitori perfetti, non siamo perfetti, non sposiamo una persona perfetta, non abbiamo figli perfetti. Abbiamo lamentele da parte di altri. Ci siamo delusi l’un l’altro. Pertanto, non esiste un matrimonio sano o una famiglia sana senza l’esercizio del perdono. Il perdono è vitale per la nostra salute emotiva e per la nostra sopravvivenza spirituale. Senza perdono la famiglia diventa un’arena di conflitti e di punizioni.

Senza il perdono, la famiglia si ammala. Colui che non perdona non ha pace nell’anima o comunione con Dio. Il dolore è un veleno che intossica e uccide. Mantenere il dolore nel cuore è un gesto autodistruttivo. Colui che non perdona diventa fisicamente, emotivamente e spiritualmente malato.

Ed è per questo che la famiglia ha bisogno di essere un luogo di vita e non di morte, il territorio della cura e non della malattia, lo scenario del perdono e non della colpa. Il perdono porta gioia dove il dolore produce tristezza e dove il dolore ha causato la malattia.

Papa Francesco

 

Vogliamo partire dalla meravigliosa omelia di Papa Francesco sulla Famiglia. Parole vere piene di concretezza e di speranza, indicazioni preziosissime di cui noi famiglie dobbiamo averne sempre chiaro il significato, per la Vocazione ricevuta in qualità di sposi e di genitori.

La nostra famiglia nasce e si sviluppa intorno alla vocazione specifica della Comunità Papa Giovanni XXIII di Don Oreste Benzi .

Giuseppe ed io abbiamo scelto da 26 anni di dire il nostro SI a Colui che ci ha chiesto di essere mamma e papà per chi ne ha bisogno.

Abbiamo aperto la nostra Casa a bimbi e persone in difficoltà, che hanno necessità di respirare aria di famiglia, in un luogo non perfetto certamente, ma che vuole essere luogo vitale per rigenerare nell’amore, con figli naturali e figli in affido e in adozione e attraverso l’accoglienza delle persone fragili, che chiedono ristoro e attenzione alle ferite sanguinanti che la vita gli ha riservato.

Il nostro Si a Gesù è fatto di affidamento, perché solo con le nostre forze non sappiamo dove andare, il Signore si è fatto vivo e ci sostiene ogni giorno, nelle difficoltà e nei momenti di sconforto, essere accanto agli ultimi non è semplice, a volte è doloroso, travolgente e impegnativo.

Ma guardandoci allo specchio, abbiamo piena consapevolezza dei nostri limiti, di sposi e genitori, e sappiamo che l’unica nostra forza è Il Signore, con cui condividiamo la vita quotidiana, fatta di azioni e di impegni.

Cerchiamo di mettere la nostra spalla accanto alle persone in croce, per aiutarle a sostenerla con loro.

La nostra famiglia è una vita piena e ricca di gioie, tutti i nostri figli vivono la condivisione il senso di apparenza ad un’unica famiglia, in cui scegliamo, citando la frase di una bellissima canzone…..di andare un passo più avanti essere sempre veri e spiegare cos’è il colore a chi vede bianco e nero….perchè Gesù ci ha chiamati a questa meravigliosa scommessa, in un mondo in cui le differenze sono motivo di scontro e di divisione, quando invece sono una grande opportunità di crescita e soprattutto di esperienza d’Amore Vero, quello che Lui stesso ci ha insegnato.


La nostra famiglia colorata, numerosa e rumorosa, è il frutto della chiamata, ma il nostro Si è quello di ogni secondo e ogni minuto, per essere fedeli e non staccarci da Lui, dobbiamo avere impresso nel cuore e nella mente che non siamo soli, sperimentiamo la nostra debolezza e la forza di Gesù, nella nostra quotidianità pazza e imprevedibile di una famiglia strana e molto unita, e facciamo tesoro della bellezza di sacerdoti e amici che ci accompagnano e ci sostengono nel nostro cammino.

  Silvia e Giuseppe Alì